| REGIONE | Calabria |
| PROVINCIA | RC |
| COMUNE | Bagnara Calabra |
| LOCALIZZAZIONE SPECIFICA | Piani della Corona |
| TIPOLOGIA DI RITROVAMENTO | Necropoli neolitica e dell'Età del Bronzo |
| TIPOLOGIA LAVORI | Lavori stradali |
| MOTIVO DEL RITROVAMENTO | AUTOSTRADA A2 “DEL MEDITERRANEO” TRATTA PALMI – SCILLA” |
| ATTIVITÁ ARCHEOLOG | I percorsi dell'archeologia Primo Volume: “L'archeologia si fa strada" - 2018 (Approfondimento) |
| Pubblicazione dell’Atlante dei ritrovamenti archeologici (Approfondimento) |
Descrizione
La cronologia del ritrovamento è di Età Neolitica (V millennio a.C.); Età del Bronzo Antico (ca. 2100-1900 a.C.)
Tra il 2006 e il 2008, in occasione dell’ammodernamento dell’allora tratto autostradale A3 SA-RC (oggi A2 “del Mediterraneo”), in località Piani della Corona, nel comune di Bagnara Calabra (RC), sono state individuate due sepolture neolitiche e due insediamenti con sepolture a cremazione risalenti all’Età del Bronzo Antico.
Le indagini archeologiche, condotte dall’allora Soprintendenza Archeologica della Calabria e dalla Soprintendenza Speciale al Museo Nazionale Preistorico Etnografico “Luigi Pigorini”, hanno fornito nuovi e fondamentali elementi per la ricostruzione del popolamento antico e delle modalità insediative in epoche così remote.
Le due sepolture neolitiche (V millennio a.C.), attribuibili alla facies Diana-Bellavista, hanno ampliato il quadro delle rare testimonianze note per questo periodo in Calabria. Allo stesso modo, i due nuclei di villaggi con capanne dell’Età del Bronzo Antico (facies tipo Cessaniti–Capo Piccolo Antico, ca. 2100-1900 a.C.), riconducibili a un medesimo orizzonte culturale, hanno restituito importanti informazioni sui contatti culturali e commerciali tra le popolazioni insulari e quelle peninsulari.
Particolarmente rilevante è il ritrovamento di abbondante ossidiana, proveniente dall’isola di Lipari e importata in Calabria. Sono state inoltre rinvenute due tombe a cremazione, del medesimo orizzonte.
In conclusione, questi dati contribuiscono in modo significativo alla conoscenza di facies archeologiche poco note nella regione e suggeriscono nuove riflessioni sui rapporti tra le comunità del Neolitico recente e dell’Età del Bronzo, attraverso le evidenze materiali degli scambi e dei contatti interculturali.







